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Personaggi Illustri

Serinesi

Francesco Solimena. Noto come l'Abate Ciccio (Canale di Serino, 4 ottobre 1657 – Napoli, 5 aprile 1747), è stato un pittore e architetto italiano.
Considerato uno degli artisti che meglio incarnarono la cultura tardo-barocca in Italia. Si formò presso la bottega del padre Angelo, a Nocera de' Pagani (oggi Nocera Inferiore), città originaria della madre, Marta Resigniano, dove viveva la sua famiglia, rifacendosi dapprima alle opere di Francesco Guarini e successivamente, trasferitosi a Napoli e resosi autonomo nello stile, cominciò a guardare con interesse alla pittura scenografica e fantasiosa di Luca Giordano ed a quella tenebrista di Mattia Preti. Fu avviato alla pittura durante una visita a Nocera de' Pagani del cardinale Pietro Francesco Orsini, il futuro papa Benedetto XIII, che osservate alcune opere del giovane consigliò al padre Angelo (che lo ospitava nel suo palazzo) di avviarlo alla pittura perché il ragazzo dimostrava un talento poco comune. Le opere tra il 1670 e il 1680 tra cui si ricordano Il Paradiso nella cattedrale di Nocera e la Visione di San Cirillo d'Alessandria nella chiesa di San Domenico a Solofra furono eseguite in collaborazione col padre.
Le opere eseguite successivamente al 1680, manifestarono sempre più il distacco dalla pittura naturalista che diverrà progressivamente adesione al gusto barocco. Vanno menzionate a questo proposito gli affreschi di San Giorgio a Salerno, e le tele delle Virtù della sacrestia di San Paolo Maggiore a Napoli. Nella tela di San Francesco rinunzia al sacerdozio nella chiesa di Sant'Anna dei Lombardi (1691-1692) è invece evidente l'influenza di Mattia Preti. Lo stile pittorico nuovo, con l'avvicinamento all'Arcadia, ebbe la sua consacrazione ne La cacciata di Eliodoro dal tempio al Gesù Nuovo e negli affreschi della cappella di San Filippo Neri ai Gerolamini. Nel 1728 gli fu commissionato dal cardinale Michele Federico Althann, viceré di Napoli e vescovo nella città ungherese di Vác, una tela raffigurante il prelato nell'atto di offrire all'imperatore d'Austria Carlo VI il catalogo della pinacoteca imperiale (oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna), che "suscitò un vero entusiasmo". Un ritorno ai lavori giovanili si andò evidenziando a partire dal 1735 come ad esempio nei dipinti realizzati nella Reggia di Caserta su committenza di Carlo di Borbone.
Lavorò per le maggiori corti europee, pur senza muoversi quasi mai da Napoli. Morì nella sua villa di Barra (quartiere di Napoli) il 5 aprile 1747, ed i suoi resti sono conservati all'interno della chiesa di San Domenico. Fra i suoi allievi vi furono Paolo Gamba, Ferdinando Sanfelice e Domenico Antonio Vaccaro, Romualdo Formoso e Michele Foschini. Il Comune di Napoli, la circoscrizione di Barra, e i padri Domenicani, nel 250º anniversario della sua morte, apposero una lapide sulla sua tomba all'interno della Chiesa di San Domenico.

Angelo Solimena (Canale di Serino, 17 novembre 1629 – Nocera de' Pagani, febbraio 1716) è stato un pittore italiano. Padre del pittore Francesco Solimena, detto l'Abate Ciccio (4 ottobre 1657- 5 aprile 1747), fu una delle principali figure di artisti che hanno contribuito allo sviluppo del barocco e del rococò, divenendo uno dei più famosi pittori della sua epoca (titolo riconosciuto anche a livello internazionale). Angelo nacque a Canale di Serino il 17 novembre del 1629[1], da Orazio e Angela Perreca. Trascorse la la maggior parte della sua vita a Nocera de' Pagani (oggi Nocera Inferiore) dove sposò, il 2 ottobre 1655 Marta Resigniano[2] dalla quale ebbe tre figli. Nel 1656 si rifugia a Canale di Serino per sottrarsi all’epidemia di peste da cui è colpita Nocera. Qui nasce il suo primogenito, Francesco (Canale di Serino, 4 ottobre 1657 – Napoli, 5 aprile 1747). Successivamente torna saltuariamente a Nocera, finché vi si stabilisce definitivamente nel 1662 (dove risulta nullatenente[3]). In questa città sono nati gli altri due suoi figli: Tommaso (Nocera de' Pagani 14 marzo 1659), e Antonia (Nocera de' Pagani, 17 gennaio 1661). Morì a Nocera de' Pagani nel mese di febbraio del 1716

Sabato "Simon" Rodia. Nacque e visse a Ribottoli in Serino. Emigrò all'età di quindici anni negli U.S.A. insieme al fratello maggiore per lavorare in una miniera in Pennsylvania. Dopo la morte del fratello maggiore, causata da un incidente in miniera, decise di spostarsi a Seattle, Washington dove sposerà ,nel 1902 ,Lucia Ucci. La coppia si stabilì successivamente in California, nella città di Oakland, dove nacquero i tre figli. Rodia divorziò da Ucci nel 1912 e si spostò a Long Beach dove si mantenne per lungo tempo con lavoretti da muratore, operaio e piastrellista prima di trasferirsi nel quartiere di Watts a Los Angeles, dove acquistò una proprietà, nel 1920. Nel 1921 cominciò la costruzione delle Watts Towers e delle varie sculture, riuscì a terminare il lavoro solo nel 1954. A causa di numerosi atti di vandalismo del vicinato , Rodia decise di trasferirsi a Martinez, dove passò gli ultimi anni della sua vita. Si pensa che Rodia non tornò più a Los Angeles fino alla sua morte, sopraggiunta nel 1965. Un documentario indipendente ,uscito nel 2006 e intitolato "I Build the Tower" (scritto, diretto e prodotto da Edward Landler e Brad Byer), ricostruisce in modo esaustivo la vicenda di Simon Rodia. Le Watts Towers sono delle strutture situate nel quartiere di Watts a Los Angeles, costruite nell'arco di trent'anni da un immigrato italiano di nome Simon Rodia nel suo tempo libero tra il 1921 e il 1954. Le torri sono costituite da barre di acciaio e ricoperte di vario materiale decorativo: porcellana, conchiglie, pezzi di bottiglie e altro materiale di recupero. Le torri furono costruite senza un progetto e senza attrezzature sofisticate, ma nonostante questo due di esse hanno un'altezza di circa 30 metri e hanno resistito a vari terremoti avvenuti nell'arco degli anni (seppur riportando danni minori). Lo stile originale delle strutture ne ha fatto una delle attrazioni turistiche principali del quartiere.

Gabriele Pescatore (Serino, 21 ottobre 1916) è un magistrato italiano. È stato presidente del Consiglio di Stato. È stato eletto giudice della Corte costituzionale dai magistrati del Consiglio di Stato il 20 dicembre 1985 e ha giurato il 14 gennaio 1986. È stato nominato vicepresidente della Corte il 15 novembre 1993 dal presidente Francesco Paolo Casavola. È cessato dalla carica il 14 gennaio 1995. Nel 2012 è stato insignito del Premio Scanno per il Diritto.

Biagio Agnes (Serino, 25 luglio 1928 – Roma, 30 maggio 2011[1]) è stato un giornalista e dirigente d'azienda italiano, già direttore generale RAI, fratello di Mario Agnes (già Presidente nazionale dell'Azione Cattolica e direttore dell'Osservatore Romano). Figlio di un capotreno delle Ferrovie dello Stato, nel 1957 lavorò a Roma nel settimanale "Rotosei". Esordisce come giornalista nel Corriere dell'Irpinia e entrò in RAI nel 1958. Negli anni 1960 creò il Telegiornale delle 13.30 con i giornalisti in video. Nel 1977 divenne direttore per l'informazione radiofonica e televisiva regionale; nel 1978-9 curò la sperimentazione della terza rete e a fine 1979 divenne il primo direttore della Testata per l'informazione regionale, di cui, fino al 1987, il TG3 era un inserto. Nello stesso anno ideò insieme a Luciano Lombardi D'Aquino il celebre magazine medico televisivo Check-up, trasmesso su Rai Uno. Nel 1982 fu nominato direttore generale RAI. Fa sorgere a Roma Saxa Rubra. Nel 1990 Agnes divenne presidente della holding delle telecomunicazioni STET. Nel 1997 fu presidente di Telemontecarlo. Nel 1987 fu nominato Cavaliere del Lavoro, nel 1992 ricevette la laurea honoris causa in Comunicazione e Telecomunicazioni dell'Università di Buenos Aires, nel 2004 l'Università di Parma gli conferisce lo stesso titolo in Medicina e Chirurgia. Nel 2004 pubblica, insieme ad Antonio Mazza, il libro TV. Moglie, amante, compagna (Ediz. RAI-ERI, 2004). Il 4 ottobre 2004 ha ricevuto una laurea magistrale honoris causa in Medicina e Chirurgia dall'Università degli Studi di Parma con la motivazione seguente: "l’impegno e la dedizione costante di Biagio Agnes per promuovere i programmi di informazione sanitaria hanno rappresentato una lungimirante visione della sanità che ha permesso negli anni ai cittadini di conoscere meglio un mondo per larga parte sconosciuto.". Nel 2006 fu nominato direttore della Scuola di Giornalismo dell'Università di Salerno, corso biennale post laurea riconosciuto dall'Ordine dei Giornalisti. Agnes è morto il 30 maggio 2011 all'età di 82 anni, dopo essere stato malato da tempo,[senza fonte] ed è ora sepolto nel cimitero di Serino, suo paese natale.

Mario Agnes (Serino, 6 dicembre 1931) è un giornalista italiano, fratello di Biagio (ex direttore generale della RAI). È stato docente di Storia del cristianesimo presso le università di Cassino e Roma La Sapienza. Dal 1973 al 1980 è stato presidente nazionale dell'Azione cattolica italiana. Nel 1976 Papa Paolo VI lo chiama « a presiedere la NEI (Nuova Editoriale Italiana), società editrice del quotidiano cattolico Avvenire. È stato consigliere comunale di Roma come indipendente nella Democrazia Cristiana. In tale partito ha fatto parte dei sette garanti che dovevano presentare delle norme per decidere sul comportamento degli iscritti al partito appartenenti alla P2. Il 1º settembre 1984 Papa Giovanni Paolo II lo nomina direttore dell'Osservatore Romano, incarico che manterrà fino all'ottobre del 2007, quando va in pensione e viene sostituito da Giovanni Maria Vian. Nel 2007 viene nominato da Benedetto XVI «direttore ad honorem». Nel gennaio 2006 gli viene conferito il titolo di «Ambasciatore di Roma» per la sezione comunicazione.

 
 
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